Perché corsi genitori - figli?
A volte, come genitori, non si ha chiara la distanza, così si rischia di confondere il ruolo che si ricopre. –Sono una mamma – taxi: accompagno a fare gli allenamenti e poi? Scambio due chiacchiere con gli altri genitori…- - Devo riprendere il lavoro e non so a chi lasciare mio figlio. Quale sarà il nido migliore? …- - Mi sento in colpa a lasciare mia figlia…- - Esco presto al mattino per recarmi in ufficio, poi alla sera ritiro i ragazzi e subito a cucinare, cena, preparare gli zaini, controllare i diari,…- - Quando aspettavo mio figlio pensavo che lo avrei allattato, invece, ora mi tocca il latte artificiale. Non sto facendo il mio dovere di mamma…- - Ho visto che nel gruppo dei messaggi di mio figlio c’erano commenti scottanti, insomma, hanno solo tredici anni…-
Condividere è l’azione che chiedono le relazioni. Per nutrire una relazione sono necessari un tempo ed uno spazio da dedicare. Nel tempo del corteggiamento e del fidanzamento si cercano momenti e luoghi per stare insieme, poi la quotidianità consuma lo stare. Si trasforma tutto in corsa fino a quando si rischia di non riconoscere più la persona che ci sta accanto, perché si è fermi a quel ricordo idealizzato avvolto dalle endorfine e carico di aspettative poi deluse. Sicuramente non sempre e non a tutti accade, ma in molte storie succede e poi finiscono. La relazione con i figli, richiede gli stessi ingredienti: tempo e spazio per non perdersi, per ascoltarsi e per comprendere che avvengono dei cambiamenti a cui non ci si può sottrarre. C’è un modo per viverli positivamente ed è essere sulla stessa lunghezza d’onda. Si tratta di cercare il canale comunicativo ed emozionale. Ecco perché come studio ho scelto di fare dei corsi con la partecipazione, a diverso titolo, dei genitori. Vivere insieme delle esperienze è una grande realtà, ma perché sia una opportunità di crescita, dunque sia educativa, serve farne parte, riflettere insieme, mediarle anche con il supporto dello psicopedagogista. Allora si avranno dei PERcorsi.